Milo Infante

blog personale

Il fatto del giorno

Perché non è in galera?

Se non vai in galera perché evadi 17 milioni al fisco e riesci a nascondere un patrimonio da oltre 2 miliardi di euro allora davvero  questo è il Paese dei furbi. Provate un po’ voi a spiegare a quei poveracci che da settimane sono in coda per cercare quantomeno di capire quante maledette tasse devono pagare per la loro prima casa come sia possibile una vicenda del genere, grottesca e inverosimile e al contempo così italiana.

Accade in Italia, perché solo in Italia può accadere che qualcuno riesca a “nascondere” al fisco migliaia di case, appartamenti e persino tre alberghi tutti di pregio e di grande valore immobiliare. Accade in Italia, e solo in Italia, che il soggetto in questione, accusato di reati gravissimi come l’associazione a delinquere se la cavi con una semplice denuncia a piede libero e possa continuare a organizzare feste e cene eleganti per la solita compagnia romana di magnaccioni (ivi compresi ovviamente i politici di Nord, Centro e Sud) durante le quali tessere amicizie e contatti importanti magari proprio al fine di riuscire a passare inosservata agli occhi del fisco.

Accade in Italia, e solo in Italia, che a nessuno venga in mente di verificare quanti di questi appartamenti sono stati affittati/venduti a prezzi di favore ovviamente  all’insaputa di ignari politici e politicanti.

Accade in Italia, e solo in Italia,  che, (giustamente), la gente si indigni e chieda a gran voce sgomberi e arresti di fronte allo scandalo dei rom milionari che vivevano alle spalle del comune di Roma facendosi passare per nullatenenti, rubando per anni  al Comune qualche decina di migliaia di euro tra gas, luce etc. senza che a nessuno venisse mai in mente di chiedersi come potessero permettersi auto di lusso.  Accade in Italia, e proprio perché siamo in Italia, che nessuno chieda con lo stesso tono di voce un po’ di sana galera per la signora Angiola Armellini, che all’Italia deve (negli ultimi 5 anni perché tutto il pregresso è ormai in prescrizione, qualcosa come 17 milioni di tasse non pagate.

Già perché facendo due conti in tasca alla signora Angiola Armellini, attico e superattico a due passi dal Vaticano e residenza (finta) a Montecarlo la Procura della Repubblica di Roma ha scoperto un patrimonio di oltre 2 miliardi di euro, in gran parte provenienti dal patrimonio immobiliare di famiglia ossia quei famosi 1243 immobili che la signora Armellini è riuscita a nascondere così bene al fisco. Un vero gioco di prestigio (organizzato ovviamente dalla crema dei commercialisti romani e a qualche prestanome) paragonabile all’illusionista che riesce a far scomparire un elefante da un negozio di cristalleria. Impresa che, giusto per evitare fraintendimenti, al momento non è riuscita a nessuno. Tranne appunto alla signora Armellini, progenie di una famiglia che, come racconta oggi il Corriere, non è nuova a guai giudiziari. Il capostipite Renato, figlio di un muratore marchigiano emigrato a Roma , nel ‘77 fu arrestato per bancarotta fraudolenta. Nel’ 91 piombò sulla famiglia un’inchiesta per un’evasione fiscale da 500 miliardi di lire: sotto accusa proprio Angiola, assieme al padre e alla sorella Francesca. E negli stessi anni, insieme al marito Angelo Mei, Angiola fu coinvolta in un’altra inchiesta sulla sparizione di 200 miliardi di lire e sul crac della società Fincom, di proprietà di Renato. Il nome di Mei è rispuntato, a matrimonio ormai finito, a marzo 2013, stavolta per il crac da 10 milioni della Abc Industria. Solo in Italia, appunto.

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