Milo Infante

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Il fatto del giorno

Renzi dà le 2 settimane a Letta

L’incubo, per Letta, è divenuto realtà e dal segretario del suo partito gli è alfine arrivata la famosa “lettera di preavviso”, ironia della sorte di 14 giorni, proprio come nella peggior letteratura (e talvolta anche nella realtà) si usa per accompagnare  (malamente) alla porta domestici sgraditi.

Due settimane e poi o si cambia rotta o tutti al voto, quindi. E non lo chiede solo Renzi al quale occorre riconoscere di non aver mai fatto nulla per nascondere la sua profonda insofferenza nei confronti di Letta e di quel suo esecutivo nato sull’onda emozionale di un “governo di emergenza nazionale (o di larghe intese) e finito col rivelarsi un “governicchio” di strettissime intese che si vede sostenuto  (sondaggi alla mano)  da coalizioni come Nuovo Centro Destra di Alfano e Scelta Civica di Monti ormai ridotte al lumicino, al punto che insieme non raggiungerebbero neppure l’8%. monti_fornero_cancellieri_645

Proprio alla vigilia della sua elezione a segretario del Pd il sindaco di Firenze aveva rilasciato un’intervista al Corriere nella quale, senza giri di parole, si accusava il governo Letta di aver fatto poco se non nulla. “Se mi chiedono cosa ho fatto in questi mesi per la mia città – aveva detto Renzi – non ho difficoltà a rispondere ricordando opere e infrastrutture. Quando mi chiedono cosa ha fatto il governo, francamente non so cosa dire”.

Parole che sono pesate come macigni e che hanno di fatto aperto una strada ben delineata dalla quale difficilmente ci si potrà distaccare.

Come se non bastasse, poi, tra dimissioni e allontanamenti di ministri più o meno volontari,  anche l’immagine da “primini della classe”, “carini e coccolosi e volenterosi” che contraddistingueva il governo Letta si è andata appannandosi, e il consenso nei confronti dell’esecutivo è al mimino.

Sbagliato ritenere però che gli avversari di Letta siedano solo tra i banchi della politica. Il suo peggior nemico, in questo momento, è il mondo imprenditoriale (Confindustria) al quale è affidato il compito di far ripartire la produzione industriale e di conseguenza la ripresa.

squinziCon una determinazione non comune, rompendo una tradizione a volte ruffiana e cerchiobottista, il leader di Confindustria ha proprio ieri lanciato il suo ultimatum a Letta: “Venga in Confindustria con la bisaccia piena o saremo costretti a rivolgerci a Napolitano”, ha detto Giorgio Squinzi.

Il conto alla rovescia per Letta è dunque iniziato.

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