Milo Infante

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Sui bambini “violenze inaudite” Ma alla maestra aguzzina i giudici risparmiano ancora una volta la galera

Nella vicenda della maestra Mariangela, 44 anni  aguzzina dell’asilo di Barletta dove i bimbi venivano pestati e maltrattati in ogni modo c’è qualcosa di inquietante.

Nei verbali dei carabinieri, che raccontano di come i piccoli di 3 e 4 anni venivano trattati ci sono parole forti, una denuncia che non lascia spazio a fraintendimenti. Scrivono, i militari: “Questa maestra è una figura di insegnante che nessuno vorrebbe per i propri figli: inutilmente severa, gratuitamente violenta, inspiegabilmente spietata”. Dicono proprio così, i militari dell’Arma. Spietata. Come se stessero descrivendo un bosso dell’Ndrangheta o un rapinatore seriale.

E certo non sono da meno, nei loro giudizi, gip del Tribunale di Trani  Rossella Volpe e il capo della procura di Trani Carlo Maria Capristo, che parlano di “Fatti di una gravità inaudita”.

D’altronde, ad incastrare la maestra Mariangela ci sono le immagini delle telecamere piazzate dagli investigatori nelle aule di una scuola materna statale per l’infanzia di Barletta. Telecamere che hanno immortalato, senza lasciar spazio ai dubbi, una maestra che maltratta i bambini di 3 e 4 anni con schiaffi sul viso e sulle mani, che lancia contro di loro oggetti di ogni tipo, libri, pacchi di salviettine, matite o pastelli a colore, giocattoli e posate di plastica li picchia con giornali e riviste e li fa cadere dalla sedie con un calcio. Colpi al petto, alla testa, per inferti per fare male. Oppure presi per le orecchie o per i capelli e schiaffeggiati. Guai a piangere o a lamentarsi: in quel caso i bambini venivano addirittura trascinati con violenza e di peso per tutta l’aula.

Uno scenario terribile, spaventoso. Eppure, a dispetto della crudeltà di questa donna, il vero aspetto inquietante è che ancora una volta è stato deciso che fosse “doveroso” da parte dello Stato, risparmiare alla maestra aguzzina la galera, concedendole gli arresti domiciliari. In altre parole le hanno risparmiato la galera, se ne potrà stare tranquillamente in casa sua.

Dicono che la galera non si augura a nessuno. Niente di più falso, di sbagliato, di ingiusto. La galera si deve augurare a chi colpisce i più deboli, a chi si macchia di reati schifosi, turpi, di chi non merita nessuna comprensione, nessuna attenuante. Scusate, nessuna pietà.

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