Milo Infante

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Il fatto del giorno

Carceri affollate? Tutti a casa!

Tutti a casa 6 mesi prima del dovuto e misure alternative (leggi domiciliari e servizi sociali) per chi commette reati meno gravi. Un piccolo regalo sotto forma di decreto  ai detenuti delle prigioni italiane, una realtà di cui certo non possiamo andare fieri  viste le loro condizioni. Ci sta lavorando il ministro della Giustizia AnnaMaria Cancellieri, che ha previsto anche l’apertura di nuove strutture per 4.000 posti entro la fine dell’anno, per far fronte a un’emergenza ormai cronica, fatta da  65.891 detenuti ossia 20 mila in più rispetto alla capienza massima anche se l’associazione Antigone calcola in almeno 30 mila questa differenza. Di questi 40mila sono quelli condannati, 25mila in attesa di giudizio, 1176 internati e oltre un terzo stranieri, oltre 23milapolizia-penitenziaria-638x425

Fin qui i numeri. Adesso occorre capire quali siano i reati gravi per il nuovo Governo e di conseguenza chi sarà “premiato” con le misure detentiva alternative. Partendo però da un presupposto, ossia che ancora una volta la sensazione che ci pervade è di vivere in uno Stato dove alla fine Caino è sempre più tutelato di Abele. Dove l’evasore fiscale può sempre contare su  di un condono, il delinquente su un decreto svuota caerceri e in generale le regole valgono solo per i deboli, per chi non può o non vuole usare la forza. Non a caso siamo uno dei Paesi dove i diritti dei consumatori vengono sistematicamente calpestati, ignorati e disattesi ad opera di aziende grandi e piccole che operano nella certezza di una vergognosa impunità.

Torniamo all’emergenza carceri. Dice il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri:  “Le nostre carceri non sono degne di un paese civile, e per risolvere il problema non bastano nuove carceri ma bisogna ripensare il sistema delle pene, valutando se ci sono spazi per quelle alternative”. Vero? Fino ad un certo punto, e a determinate condizioni.paola-severino-braccialetto-elettronico-638x425

Cominciamo col dire che le parole del Guardasigilli non risuonano certo nuove in un Paese, come il nostro, già sanzionato dalla Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo pochi mesi fa.

La vicenda, forse, la ricorderete: in breve secondo la Corte di Strasburgo l’’Italia ha violato i diritti dei detenuti tenendoli in celle dove hanno a disposizione meno di 3 metri quadrati e quindi ha condannato il nostro Paese per trattamento inumano e degradante di 7 carcerati detenuti nel carcere di Busto Arsizio e in quello di Piacenza. La sentenza prevede il pagamento ai  sette detenuti un ammontare totale di 100 mila euro per danni morali e per il nostro Paese un anno di tempo per mettersi in regola. Allo scadere di questo tempo, la Corte riprenderà ad esaminare le centinaia di ricorsi in attesa di essere decisi, fermo restando  che il loro numero è in continuo aumento.

Inutile quindi parlare di un “fulmine a ciel sereno”: lo sappiamo da anni che in Italia servono nuove prigioni: moderne, accoglienti, volte al recupero dei condannati (e ad escludere la loro fuga) ma permettetemi, soprattutto a proteggere i cittadini onesti.polizia-penitenziaria-638x425

Ma attenzione a non cadere nell’italico vizietto di nascondere la polvere sotto il tappeto. Il pericolo infatti è che si finisca col pensare di risolvere il problema del sovraffollamento delle carcere mettendo mano alle leggi, ossia “alleggerendo” le pene o prevedendo misure alternative alla prigione. Il pericolo è quello di tornare a considerare alcuni reati come minori, in particolar modo quelli legati al patrimonio, favorendo una cultura criminale che vede l’Italia come il Paese dove se vuoi fare il ladro, il truffatore e persino il rapinatore puoi sempre contare su una pena mite, forse un giudice accomodante e quasi sicuramente un condono/indulto/sconto di pena/. Non ci credete? Provate a chiedere ad un romeno o uno slavo perché molti da qualche anno a questa parte molti dei criminali dei loro paesi si sono trasferiti in Italia: risposta scontata. Siamo un Paese più ricco e dalle leggi meno severe. Se le nostre galere fanno schifo (ed è sicuramente così) le loro sono sicuramente peggiori. La differenza, finale però, la fanno come sempre i giudici (che riducono le pene) e i politici (che svuotano le carceri).

Tanto c’è sempre un italiano onesto che dimentica di pagare il bollo dell’auto o non riesce a far fronte alle tasse a cui togliere la casa e  perseguitare   fino a spingerlo sul baratro della disperazione

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