Milo Infante

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L’Aquila ferita Il sindaco riconsegna la fascia

Il tricolore ammainato da tutti gli edifici dell’Aquila è solo il primo passo. Se entro due settimane non arriveranno i fondi per la ricostruzione il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente si dimetterà, restituendo la fascia di primo cittadino al Capo dello Stato.

La promessa, non certo una minaccia, arriva proprio dal primo cittadino, che accusa le istituzioni di non aver mantenuto fede alle promesse fatte all’indomani del terribile sisma e di essersi disinteressati della sorte della città, che con 205 morti su 308 vittime pagò un prezzo spaventoso in vite umane.

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“Siamo stufi di andare col cappello in mano a pietire i nostri diritti – ha detto Cialente-. “Se entro 15 giorni non arriveranno i fondi per la ricostruzione attesi da dicembre me ne andrò. All’Aquila vengano Napolitano, Letta e sottosegretari a parlare con la gente, noi non ce la facciamo più”. “Vogliamo sapere se L’Aquila è concretamente una questione nazionale. In città c’é un clima di rabbia e disperazione che il prefetto e il questore, cioé la rappresentanza dello Stato nel nostro territorio, non hanno assolutamente capito”.

Proprio in relazione allo stato d’animo dei cittadini, Cialente ha denunciato di aver recentemente subito un’aggressione

 

l'analisi

Verrebbe voglia di dire che le immagini del terremoto del 2009 scorrono ancora davanti ai nostri occhi. Che la piccola bara bianca di Antonio, tre mesi appena, posta sopra quella più grande della sua mamma Darinca accompagna le preghiere di chi ha fede e i pensieri di chi ha cuore. Ma l'Italia è un Paese strano, dalla memoria corta. Si commuove e piange il giorno dei funerali di Stato, quello in cui i politici, le massime cariche dello Stato, rendono omaggio ai morti con le corone di fiori (di solito pagate con i soldi pubblici) e ai vivi con le loro promesse di aiuto. Salvo poi, passata la nottata, dimenticare le promesse e gli impegni assunti. Dai giornali e dalle televisioni scompaiono le immagini delle macerie, delle case e delle anime, per lasciare il posto a quelle del matrimonio della svippata di turno, trasformato in evento laddove forse l'oblio, in questo caso sì, sarebbe più indicato. Il tricolore ammainato a L'Aquila è il simbolo di una resa e di una sconfitta che ci riguarda tutti, l'ennesima riprova che le parole dei politici, le loro promesse sono scritte sulla sabbia. Non quella del mare, ma delle macerie delle vite degli altri.

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