Milo Infante

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La rete contro Belen Cattiva Maestra

La televisione è una cattiva maestra. Bella scoperta, quella di una ragazzina di vent’anni studentessa di scienze della comunicazione, che, per dovere più che per diletto, dopo aver visto il programma con cui  Belen Rodriguez su Italia 1 dispensa consigli di bellezza e vita alle adolescenti, ha deciso di dover intraprendere una crociata contro la “farfallina”  raccogliendo oltre 30 mila firme. Camilla, questo il nome della studentessa, non ha dubbi: il programma deve essere chiuso in quanto diseducativo. E in quest’analisi le viene in soccorso la psicoterapeuta Anna Oliverio Ferraris, secondo la quale Belen finirebbe con semplificare la figura femminile, riducendola al look proponendo modelli che non fanno bene perché non sono raggiungibili alimentando l’insicurezza che spinge le ragazze a partecipare facendo capire loro che davvero non andavano bene.62mo Festival della canzone italiana - Seconda serata

Già, lontani i tempi in cui Diego Dalla Palma con i suoi modi rassicuranti mostrava alle donne trucchi e colori per essere belle senza essere finte. Altri tempi, lontani, in cui  il ricorso alla chirurgia estetica  apparteneva ad una cerchia ristretta di donne a che cercavano nel bisturi quella soddisfazione che (secondo loro) la natura le aveva negato, aumentando una taglia di seno o riducendo un naso troppo importante.

camilla-bliss-323351_tnOggi i modelli di bellezza proposti dai media sono quelli dell’eccesso, delle curve rese pericolose per aumentare la velocità con cui è possibile scalare  il successo, o almeno attirare l’attenzione e l’invidia degli altri. Vittime più o meno inconsapevoli sono le ragazzine, cresciute troppo in fretta in una società che premia l’eccesso, la volgarità, la maleducazione e che considera il sesso un mero tramite per raggiungere il proprio scopo. Svezzate a colpi di cartoni animati e telefilm popolati da lolite sciocchine e petulanti, cresciute tra un corteggiamento e l’altro nel mercato delle vacche della De Filippi, pubblici amplessi nei reality,  chiacchiere insulse dei salotti televisivi. Non ci credete? Mettetevi nei panni di quei genitori che vedono le proprie figlie ambire ai panni (succinti ai limiti della decenza) delle eroine di questo sottoprodotto della cultura televisiva di questi anni: roba da far morire di crepacuore non solo l’innocenza di Heidi ma  persino le ambiguità sessuali di Lady Oscar.

Detto questo fatico a provare simpatia per iniziative che, comunque le vogliate considerare, sono volte alla censura di un programma. Ritengo che ben altri siano i cattivi maestri da allontanare, e che il destino di un programma debba essere segnato dal gradimento del pubblico e non dall’ennesimo  rogo acceso via internet. Per inciso quello di Belen non pare radioso: ascolti al minimo, popolarità in caduta libera. Occorre solo che se ne accorga anche il direttore di Italia 1 che fino a questo momento ha difeso (con coraggio) la sua creatura. Bello ogni tanto ricordasi che il telecomando ha tanti tasti compreso quello rosso che spegne tutto e riaccende il cervelloveline

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