Strage a Lampedusa 82 morti 250 dispersi
E’ strage a Lampedusa, e purtroppo ci sono anche donne e bambini, almeno due, tra le vittime. Una strage che si è consumata a pochi metri dalle nostre coste, l’ultima in ordine di tempo ma purtroppo non l’ultima in assoluto. Il bilancio, provvisorio, parla di 82 vittime, ma a bordo dell’imbarcazione che ha preso fuoco al largo di Lampedusa erano almeno in 500 e i dispers sono almeno 250i. Una tragedia che segue di pochi giorni quella avvenuta Scicli, con i migranti presi a frustate e costretti a gettarsi nelle acque quando ormai la terraferma era a portata dei circa 200 nordafricani stipati su un vecchio peschereccio di 8 metri.
Secondo una stima prudente sarebbero almeno 200 le persone decedute durante questi viaggi dell’orrore, tra cui molte donne e bambini. Ma questi sono solo i numeri accertati. Quelli reali delle persone gettate in alto mare e mai più ritrovate raccontano tutta un’altra storia.
L’emergenza è ormai quotidiana. I centri di identificazione sono al collasso, mancano i soldi per costruirne di nuovi e persino per rimpatriare chi non ha titolo e diritto per rimanere in Italia. Chi riesce a raggiungere incolume il nostro Paese quasi sempre trova riparo in quel limbo oscuro della clandestinità finendo ad ingrossare le fila dell’esercito della criminalità. Non a caso oltre il 40% dei detenuti nelle nostre carceri è extracomunitario.
I nostri politici, da Berlusconi a Letta, si precipitano sul luogo delle tragedie con il fazzoletto in mano e la lacrimuccia che fa capolino, ma quando viene il momento di varare leggi serie e provvedimenti in grado di contrastare l’immigrazione clandestina si scoprono impotenti.
Abbiamo un ministro per l’integrazione, anche se nessuno ha ancora capito cosa stia facendo e quali siano i suoi reali progetti oltre a concedere, unici in Europa, lo ius soli, ossia la cittadinanza a chi nasce nel nostro Paese.
Mentre i moderati ostentano un sostanziale disinteresse nei confronti di questo fenomeno ci ritroviamo con una sinistra estrema che nasconde le sue storiche utopie dietro agli slogan “Da noi nessuno è clandestino” e una destra radicale che vorrebbe la chiusura totale delle frontiere. E intanto nelle nostre città interi quartieri diventano ghetti per immigrati, zone franche dove la non integrazione e il mancato rispetto delle regole dettano legge costringendo chi le rispetta ad una vita di sacrifici, rinunce e spesso di paura.
Promesse tante, fatti pochi. Slogan e parole al vento, mentre la gente, intanto, muore.
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